domenica 30 marzo 2014

RINVIO A GIUDIZIO PER Antonino Alessandro Cascio alias Demetra.



Rinviato a giudizio in data 24 settembre 2014 presso il Tribunale di Aosta. Vi aspettiamo numerosi a breve pubblicheremo l'atto di citazione di Alessandro Antonino Cascio. Per chiunque dovesse riscontrare sul web il proprio nome e cognome, la propria azienda, il logo della società, tutto quello che può essere diffamatorio è pregato di inoltrare l'esposto alla Procura della Repubblica di  Aosta. 
                           

martedì 8 giugno 2010

DEMETRA DETECTIVES di Antonino Cascio



Antonino CASCIO nato a Torino il 7.04.1965
Per avere informazioni su questa persona basta rivolgersi alla Procura della Repubblica di Torino oppure alla Questura di Torino presso la polizia amministrativa.

martedì 9 marzo 2010

Si suicida Pietro Vanacore, il portiere di Via Poma


Oggi alle 13 è stato trovato il corpo suicida nel mare di Maruggio vicino Taranto,di Pietro Vanacore il portiere di via poma,a Roma dove fu assassinata Simonetta Cesaroni a vent’ anni, nell’ ufficio dell’associazione alberghi della gioventu’.
I carabinieri hanno trovato una fune legata al piede del cadavere collegata ad un albero su una scogliera: ha anche assunto una sostanza, anticrittogamico, che aveva portato con sè. Due cartoncini trovati all’ interno dell ‘ auto con messaggi scritti che alludevano a 20 anni di sofferenza, di sospetti e di calvario.
Da un primo esame del medico legale, il corpo non riporta segni di violenza, quindi è quasi confermato l’atto di suicidio. A domani l’ autopsia che sicuramente darà delucidazioni maggiori.Proprio venerdi Vanacore si sarebbe dovuto presentare in tribunale per testimoniare al processo della Cesaroni, in cui l’ unico indagato della vicenda è proprio l’ ex ragazzo Raniero Busco.Il portiere nel 1990 fu arrestato, accusato dell’ omicidio, ma nel 1993 fu rilasciato perchè “il fatto non sussiste”; decisione definitiva nel 1995 dopo il ricorso in Cessazione. Dopodichè decise di farsi una nuova vita lasciando Roma.
Ovviamente la vicenda intristisce e addolora, quindi il caso a maggior ragione è ancora da accurare; le orme si proseguono sull’ ex fidanzato, che alla morte della ragazza, trovarono un morso sul seno del corpo con l’ arcata dentale proprio di lui.

mercoledì 3 febbraio 2010

"Sì, c’ero anch’io a quel tavolo: gli regalammo un fermacarte con lo stemma dei Servizi Usa"



Alla cena di Natale nella caserma dei carabinieri di Roma, quella con Antonio Di Pietro seduto accanto al numero tre del Sisde indagato per mafia Bruno Contrada (che di lì a poco verrà arrestato dalla procura di Palermo con accuse infamanti) quel 15 dicembre del 1992 c’era anche l’«americano». Anche se in foto non compare, effettivamente presenziava pure Rocco Mario Mediati, personaggio conosciuto nel mondo dell’intelligence e della sicurezza internazionale. Questo signore è noto come «secret service», specializzato nelle scorte e nelle «bonifiche» in occasione delle visite delle delegazioni statunitensi. Esperto anche di frodi informatiche, specialista in contraffazioni di dollari e carte di credito, un uomo tuttofare che col tempo ha fatto una carriera folgorante. Se lo si cerca attraverso il centralino dell’ambasciata Usa in via Veneto a Roma te lo rintracciano con una discreta celerità. In serata il Giornale riesce a contattarlo. Ecco il botta e risposta con l’«americano».
Allora, signor Mediati, è sorpreso?
«Sorpreso è dire poco. Casco dalle nuvole».
In che senso?
«Non me l’aspettavo dopo tanto tempo».
Cos’ha da dire di quel pranzo con Di Pietro?
«Intanto non era un pranzo ma una cena. Era per le feste di Natale. Sono state scritte un sacco di cose poco corrette, alcune proprio sbagliate».
Precisiamole.
«Non mi interessa. Non ne ho voglia».
Faccia uno sforzo, è importante.
«Non so e comunque...».
Dica.
«Guardi sono tantissimi anni che faccio questo lavoro, conosco tanta di quella gente e non c’è niente...».
Provi a ricordare.
«Per quello che ricordo io... Semplicemente una cena per le feste. Sono stato chiamato, ero a casa...».
Consegnò lei la targa-premio o targa-ricordo a Di Pietro?
«Sì, cioè, mi spiego. Non si trattò di una vera e propria targa bensì di una specie di fermacarte con lo stemma del Servizio sopra. Per quanto ricordi non fu messa alcuna dedica. Ricordo che venni chiamato, ero a casa, fu una serata piacevole. Si parlò di tutto e di niente. Questo è quello che le posso dire».
Lei non lo ha più visto Di Pietro?
«Io? No, non l’ho più visto».
E in ambasciata l’ha mai visto Di Pietro? Un senatore della Repubblica, De Gregorio, citando alcune sue fonti sostiene che Di Pietro fosse andato più volte all’ambasciata dove lei presta servizio.
«Allora se chiede a me, le dico che io personalmente non l’ho visto, io».
Scusi l’insistenza, ma chi la chiamò per la cena con Di Pietro e Contrada?
«Adesso non ricordo. Conoscevo bene, sin da quando era capitano, l’allora colonnello Vitaliano che prestava servizio al reparto operativo di Roma».
Scusi Mediati, ma lei ufficialmente che lavoro svolge? Che incarico ha in ambasciata?
«Sempre quello che era all’epoca. Il Servizio per cui lavoro riguarda la polizia federale. Sono un impiegato italiano che lavora per un corpo americano».
Non è un agente...
«Qui non c’è nessuna spy story, c’è solo una cena con dei carabinieri, un funzionario dei servizi segreti italiani, il pm Di Pietro e il sottoscritto. E anche se il mio servizio di appartenenza si chiama servizio segreto, in realtà non è un servizio segreto vero e proprio».
Prego?
«È così».
È mai stato coinvolto in qualche inchiesta in Italia o in America?
«Mai. E poi io sono cittadino italiano, non americano».
Anche se la chiamano l’«americano».
«Appunto».
Ma lei ha lavorato o no per l’agenzia di investigazioni Kroll?
«Mai».
Sicuro?
«Sicurissimo».
E allora com’è uscita questa cosa della Kroll?
«E lo chiede a me? Grazie, adesso ho una riunione. Arrivederci».
Dei rapporti di Tonino con gli americani (in senso lato) si è detto e scritto molto, specie dopo l’uscita dell’ex pm che preannunciava l’imminente pubblicazione di un dossier sul suo conto. A proposito dei viaggi-conferenze organizzati negli Usa per Di Pietro da parte di due nemici giurati del popolo dipietresco come Michael Leeden (preso di mira da Repubblica nella campagna stampa sul governo italiano che tentò di rovesciare il regime di Teheran) e come Edward Luttwak (crocifisso sempre da Repubblica perché dall’inchiesta sul sequestro Abu Omar venne fuori che parlava con Pio Pompa, il funzionario Sismi dell’archivio in via Nazionale a Roma). I due politologi hanno confermato il contatto: Leeden ha ricordato che portò in giro Tonino e che poi cenarono addirittura a casa, Luttwak che gli organizzò una importante conferenza. Per non dire dei sospetti d’intelligence avanzati dal faccendiere Francesco Pazienza in un suo libro mai querelato, a proposito delle indagini segrete di Tonino alle Seychelles (all’epoca pm a Bergamo) per catturare il latitante dell’Ambrosiano. Oppure dell’architetto Bruno De Mico, che collaborò a Mani Pulite, e che parlò di strani «ambienti americani» interessati alle inchieste del pool.

giovedì 14 gennaio 2010

Cercasi malato da mummificare in diretta



L'annuncio dell'emittente britannica Channel 4, che sta cercando un malato terminale pronto a farsi mummificare davanti alle telecamere per un documentario, e' un ulteriore passo avanti verso l'estremo tv. Docu e reality sono infatti generi declinati in maniera sempre piu' 'hard', specie nella tv inglese e americana, meno in Italia. Innumerevoli gli esempi recenti: dai reality in salsa funebre a quelli hard.
Channel 4 aveva gia' mandato in onda la scorsa stagione l'esibizione di Derren Brown, il mago-illusionista-sensitivo che aveva ha messo in scena una vera e propria roulette russa, puntandosi la pistola alla tempia. La stessa emittente ha fatto discutere nelle scorse settimane anche per la serie Cast Offs, con sei disabili protagonisti su un'isola deserta. Ma in Gran Bretagna c'e' gia' stato Don't drop the coffin ('Non lasciare cadere la bara'), forse il piu' lugubre di tutti i reality, una specie di Six feet under che racconta la storia e la vita di una famiglia che gestisce una ditta di onoranze funebri. Si segue il lavoro del gruppo dall'accoglienza dei parenti in lacrime alla preparazione del cadavere, dalla disposizione dei fiori alla sepoltura, con tanto di litigi familiari di fronte alla lapide. Sulla tv americana, invece, e' passato il reality Riesci a fare l'attrice porno?, con 28 donne in gara per un contratto di un anno con una casa di distribuzione di film a luci rosse e per un premio 100 mila dollari. I telespettatori scelgono da casa le finaliste tra quelle piu' spigliate (e spogliate). In Francia sono gia' andati in onda programmi di Family Xchange, con genitori che si scambiano i figli e con conseguenti polemiche degli psicologi.
E in Italia? Non mancano i documentari estremi, sulle tv tematiche come Discovery Real Time (e' il caso di Vite difficili, sulle difficolta' di vita delle persone afflitte da malattie o da dipendenze) o 16 & Pregnant, lo choccante docu-reality andato in onda su Mtv, che racconta sei storie vere di studentesse alle prese con gravidanze indesiderate.
Immediate le polemiche sull'ultimo ennesimo caso di televisione trash, quello appunto del malato da mummificare. Eppure il canale televisivo, Channel 4, in passato ha già sollevato discussioni sull'etica della tv per aver realizzato un'autopsia dal vivo prima e un suicidio assistito poi. Questa volta l'idea di mummificare una persona. Il documentario dovrebbe seguire il malato per alcuni mesi per dare modo ai telespettatori di formare un "legame emotivo" con lui. "A mummificazione avvenuta", ha spiegato il produttore dello show, "una delle opzioni potrebbe essere quella di esporre il corpo in un museo affinchè la gente possa comprendere meglio la procedura. Il funerale verrebbe condotto soltanto dopo ed il volontario non verrebbe pagato". La tecnica che si vuole realizzare per questo programma è stata già sperimentata con successo su alcuni maiali. La casa di produzione tv ha ingaggiato infatti una serie di scienziati per il progetto e ha "trovato una struttura approvata dall'authority per i tessuti umani dove condurre la mummificazione". ''Siamo affascinati dalle ricerche in corso - ha detto all'Independent un portavoce di Channel 4 - se gli scienziati troveranno un donatore disposto a sottoporsi all'esperimento siamo intenzionati a procedere. A chi ci chiede perché ci interessa possiamo rispondere che se gli scienziati riusciranno a risolvere uno dei misteri del mondo antico, la scoperta potrebbe farci capire di più sulla scienza e sulla storia degli antichi egizi e forse avere altri risvolti positivi per le scienze mediche".

venerdì 18 dicembre 2009

Cinque consigli per uno shopping online sicuro


Guillaume Lovet, leader del gruppo di risposta alle minacce informatiche di Fortinet, mette in guardia gli utenti dai pericoli dello shopping online natalizio e suggerisce cinque accorgimenti per non cadere nei tranelli dei cyber criminali:
Non cliccate sui link che trovate in email ricevute ma non richieste. Anche se alcune sembrano segnalare fantastiche occasioni, non fatevi tentare: non sono acquisti reali, ma solo scam; utilizzeranno le vostre informazioni personali per rubare il vostro denaro, e non vedrete mai l'orologio da polso che avete ordinato!
Non pensate che un negozio online sia realmente "vero" solo perché lo scegliete personalmente da un motore di ricerca: negli ultimi due o tre anni, i cyber criminali hanno messo a punto le tecniche chiamate SEO attack, che consistono nel manipolare i motori di ricerca per far visualizzare tra i primi risultati i propri siti dannosi, per esempio in risposta a una ricerca quale "regali di Natale". Ovviamente i team dei motori anti-frode combattono contro questo fenomeno, ma è il gioco del gatto e del topo, quindi si verificherà ogni tanto. Non pensate che acquistare su un sito che ha una buona reputazione (invece di cercarne uno su Google) sia sicuro. Negli ultimi due anni, consistenti attacchi del tipo SQL injection sono diventate dilaganti e non sono stati risparmiati nemmeno siti riconosciuti. I siti così compromessi non indirizzeranno gli utenti a siti disonesti, questo è vero, ma silenziosamente istalleranno trojan, bots, keylogger e rootkit sui sistemi degli utenti, che a loro volta ruberanno le coordinate bancarie o delle carte di credito delle vittime.
Per prima cosa bisogna quindi avere istallato sul proprio computer un antivirus aggiornato. Con centinaia di siti malevoli scoperti lo scorso anno non ci si può più affidare solo alla nostra sagacia per non cadere nel tranello; era vero una volta, ma non lo è più.
Che cosa fare se il Pc è già infetto? Non succede solo agli altri: dopo tutto, più di 3,5 milioni di computer fanno parte di una botnet, senza che i proprietari, nella maggior parte dei casi, se ne accorgano. La buona notizia è che c'è un modo per acquistare online o effettuare operazioni bancarie dal pc senza che questo intercetti le password: caricate un Cd Live (un sistema operativo su Cd, come Ubuntu Linux) ed effettuate le vostre operazioni da quest'ultimo.
Forse troverete il sistema operativo scomodo (perché non siete abituati), ma non è un grosso problema: avete solo bisogno del browser per effettuare le operazioni, ed è probabilmente lo stesso che sul vostro Pc Windows, purché siate utenti Firefox. Ultimo ma non meno importante, un consiglio soprattutto valido per quest'anno, relativo ai trend attuali del social networking: non fidatevi ciecamente dei vostri amici. La prevalenza di worm di Facebook come Koobface ne è un esempio: se avete un certo numero di amici, ci saranno probabilità elevate che ad almeno alcuni di loro sia stato compromesso l'account nello scorso anno. Quelli a cui sono stati compromessi gli account vengono usati dai cybercriminali per distribuire il cosiddetto Spam 2.0 (spam come commenti di utenti nei siti di social networking) e per seminare più malware.
Perciò, se ricevete un messaggio tipo "visita questo sito, è fantastico per i regali di Natale", è meglio verificare con il mittente l'autenticità del messaggio.

mercoledì 16 dicembre 2009

Tutti colpevoli.....


Non nascondetevi dietro le chiacchiere di circostanza. La colpa è vostra e lo sapete bene.
Siate uomini e abbiate il coraggio di fare un pubblico esame di coscienza e vergognatevi davanti all’Italia ed a tutto il mondo.
Di Pietro, a te forse è inutile chiederlo, ma se ti è rimasto un briciolo di coscienza (non dico umana, ma almeno civile) sei il primo a dover chiedere scusa per quello che è successo ieri.
L’istigatore del matto sei tu, ma tu niente, continui imperterrito nella tua linea. Allora ammettilo apertamente che lo vuoi vedere morto, che è solo questo il tuo obiettivo. Travaglio, Grillo, Santoro, Scalfari, D’Avanzo e Repubblichisti vari (repubblicani non ve lo meritate di certo), la lista è lunga, siete voi i pazzi che hanno armato la mano di quell’idiota.
Non nascondetevi dietro il gesto di un pazzo. Se un idiota qualsiasi si sente autorizzato ad un atto del genere è perché voi lo avete spinto a credere che questa fosse l’unica via possibile per la democrazia. Lui, povero ignorante, incapace di comprendere che il vostro aizzare le folle contro il nemico pubblico numero 1 è l’esatto contrario della democrazia, e porta dritti alla dittatura, quella vera.
Siete voi che dovreste essere tutti arrestati per istigazione a delinquere. Questo è il vero terrorismo, questo è l’attentato alla democrazia, questo porta alla guerra civile, alla dittatura che nasce dal caos che voi volete creare. È questo che volete? Volete la piazza? Volete il terrorismo? Volete la violenza? Volete le barricate? Allora uscite allo scoperto, non nascondetevi dietro le vostre penne infami e ditelo apertamente che volete il colpo di stato.
Siamo pronti a combattere, se è questo che volete. Perché la violenza genera violenza. È un’ovvietà di cui non posso credere che non vi rendiate conto. E poi come pensate di fermarla? Il giorno in cui ci troveremo di nuovo a metterci le bombe ed a spararci a vicenda, come pensate di uscirne? Volete dare il Paese in mano ai giudici, gli unici che, senza alcun mandato popolare, sono secondo voi in grado di comandare l’Italia? Volete Di Pietro dittatore? Volete un novello Robespierre che ci ghigliottini tutti nel terrore? Perché non vedo davvero cos’altro vi possa spingere a questo odio se non questo obiettivo finale? Perché sarebbe ancora più tragico se non aveste almeno un obiettivo. Sareste solo dei pazzi spinti dall’odio personale e non me lo spiego.
E Casini, per cortesia, non ti nascondere dietro la viscida ipocrisia di cui sei maestro. Tu non sei meno colpevole, così come il tuo gemello diverso Fini.
Da Di Pietro vi differenzia solo l’educazione del linguaggio, ma i contenuti sono identici.
Voi che non esitate a pugnalare alle spalle chi vi ha creato, vi ha fatto crescere e vi ha tolti dall’anonimato a cui eravate destinati, voi senza spina dorsale, talmente presuntuosi da credervi migliori di lui e di tutti noi che lo votiamo. Non mi disgustate meno di quel dittatore in embrione con cui giusto due giorni fa pensavate di allearvi per far fuori l’uomo che tutti detestate.
Almeno Di Pietro una personalità ce l’ha. Voi sapete solo vivere di riflesso alla corte del potente di turno. Siete convinti che la guerra la stiano vincendo i magistrati e vi preparate a correre sul carro del loro vincitore già designato da 15 anni.
No, non andrà a finire così, non può finire così. Gli italiani non lo permetteranno. Fatevene una ragione! Ma come potete pensare di sottometterci ai giudici? Silenziosi di sicuro, ma deficienti no di certo. Non siamo un popolo di idioti che segue il flauto magico, come ci dipinge quell’altro colpevole di Bersani. Possibile che non ci capiate?
L’ignoranza, cari maestrini da strapazzo, non sta dalla nostra parte, ma dalla parte di chi si lascia influenzare dalle vostre follie. Ed è proprio l’ignoranza delle vostre folle, la bomba atomica che state maneggiando con una leggerezza angosciante.
Ma possibile che non vi rendiate conto di quanto le vostre parole siano armi pericolose se sparate nel cervello degli ignoranti. Voi le conoscete le dittature, se non le avete vissute, almeno le avete studiate. Sapete a cosa ha portato la rivoluzione francese, voi dovete saperlo che Hitler, Mussolini o Videla non hanno nulla a che spartire con l’Italia di oggi.
I vostri idoli Fidel Castro, Lenin o Stalin non potete non averli almeno studiati. Voi sapete cosa significa la democrazia, conoscete il significato di dittatura, l’assenza di libertà, non solo di espressione, la violenza dello Stato sul popolo inerme, le deportazioni, le purghe, la stampa di regime, la censura. Voi lo dovete sapere, maledetta miseria, che l’Italia ha eletto democraticamente il proprio Presidente, che qui la libertà di dire le vostre stronzate nessuno ve la toglie, e addirittura ne abusate. Voi siete consapevoli che, per quanto possiate disprezzarci e disprezzare lui, nessuno si è mai sognato di arrestarvi o di picchiarvi per le fesserie che inculcate nelle menti ignoranti. E allora proprio voi che ignoranti non siete, smettetela di paragonare Berlusconi a un dittatore. Piantatela di dire che si comporta da monarca assoluto, che è in gioco la democrazia, che vuole instaurare una dittatura, che sta tornando il fascismo.
Perché era inevitabile che prima o poi un idiota vi prendesse sul serio e non capisse che stavate solo esagerando perché non siete in grado di trovare altri argomenti per sconfiggerlo politicamente.
La personalizzazione dello scontro politico a questo porta. Era già tutto previsto.
Gli ignoranti finiscono per credervi, si fidano di voi, vi prendono sul serio. Loro che non sanno cos’è una dittatura, che non capiscono a cosa porta il terrore, che non si rendono conto che le vostre sono solo iperboli, vi prendono in parola. E, poveri idioti, sono davvero convinti che Berlusconi sia un dittatore. Loro che non sanno cosa significhi la democrazia, che non capiscono il valore di un voto liberamente espresso, sono convinti davvero che l’unico modo di fermarlo sia la distruzione fisica. Di fronte a voi, buoni solo a chiacchiere, pensano stupidamente di essere autorizzati a fare quello che voi istigate, a mettere in pratica l’odio che avete scatenato.
Fermatevi ora finché siete in tempo. L’odio genera odio. Dalla violenza nasce solo più violenza. È inevitabile, è una legge di natura, è lo spirito di sopravvivenza.
Ci state portando alla guerra civile e ne siete gli unici responsabili.
Perché finiremo per reagire anche noi, non pensate che subiremo silenziosi un colpo di stato o piangeremo inermi la morte di Berlusconi, se mai un altro folle dovesse darvi retta.
Reagiremo e ci difenderemo, difenderemo il nostro voto e sarà scontro.
Io non lo voglio. Detesto la violenza, mi fa paura l’odio, lo so che sarà la fine dell’Italia, ma non costringeteci a difenderci. Fermatevi finché potete. Aprite gli occhi. Fatevi un esame di coscienza. Pentitevi.
Non nascondetevi dietro a quella solidarietà pelosa, smettetela di addossare la colpa alla follia di un idiota. Lui è vostro figlio. Riconoscetelo. Uno, almeno uno di voi, abbia il coraggio di uscire allo scoperto e dire: “Italiani, vi chiedo scusa, ho esagerato, la colpa di quello che è successo a Berlusconi è anche mia e me ne assumo interamente la responsabilità. Ora basta! È arrivato il momento di riprendere la lotta politica combattendo le idee e non l’uomo. È stato un mio errore e me ne pento.”
Uno, almeno uno, avrà il coraggio?
Uno, almeno uno, dimostrerà di essere uomo?